Quanto indietro può correr la memoria,
Incantata da occhi colmi di una tristezza
Che rendeva dolce l'assaporarne il dolore,
Ma che sapevan mutare in un Fuoco nero,
Vorace e violento divoratore senza limite,
Spietato e tagliente come Ghiaccio eterno.
Cadere nell'Abisso può esser meno doloroso
Che sprofondar nei tuoi occhi,
Nel profondo di un'Anima divorata da se stessa
E da quell'unica brama di onnipotenza
Che tutto corrompe,
Che tutto distrugge;
Tutto il Potere che puoi concepire.
Quanta memoria hai ancora di quella triste malinconia,
Che intrecciava le tue note nelle nostre notti?